“Gli ausili come strumento di cittadinanza”: il Nomenclatore Tariffario
“Gli ausili per persone disabili diventino veri e propri strumenti di cittadinanza”.
E’ l’appello della federazione delle Associazioni italiane delle persone con lesione al midollo spinale, in un convegno tenutosi a Bologna il 13 dicembre scorso. Un concetto che condividiamo, tanto che alcuni giorni prima, il 6 dicembre e sempre a Bologna, abbiamo partecipato con una delegazione dell’ausilioteca di Io faccio da solo ad un altro convegno nazionale, promosso dal GLIC (associazione nazionale dei Centri ausili tecnologici). Il tema anche in questo caso era il Nuovo Nomenclatore Tariffario. Strumento per noi fondamentale, capace di far acquistare autonomia e indipendenza alla persona con disabilità. Sinonimo di una società più evoluta e inclusiva. L’ausilio, del resto, riduce l’handicap inteso come distanza, diventando così davvero un mezzo di cittadinanza.
Ma cos’è il Nomenclatore?
Il Nomenclatore Tariffario stabilisce la tipologia e le modalità di fornitura di ausili erogati dal Servizio Sanitario Nazionale. E’ parte integrante dei LEA: cioè i Livelli Essenziali di Assistenza, le prestazioni e i servizi che il Sistema Sanitario Nazionale fornisce a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione (ticket). Di fatto il Nomenclatore descrive i dispositivi che possono essere prescritti a spese delle Aziende Sanitarie. Il 18 marzo 2017 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri con i nuovi Livelli Essenziali di Assistenza. All’interno è stato inserito il Nuovo Nomenclatore Tariffario, che va ad aggiornare il precedente, fermo al 1999. In questo recente documento sono stati aggiunti alcuni nuovi dispositivi tecnologicamente avanzati, escludendo altre prestazioni ritenute col tempo obsolete. Solo in poche Regioni però il nuovo Nomenclatore è stato attivato. Non nelle Marche, dove speriamo vivamente entrerà in vigore nel 2019.
Che c’entriamo noi dell’ausilioteca Io faccio da solo?
Alla fine di un percorso personalizzato, il professionista del nostro laboratorio prepara una relazione osservativa, descrivendo abilità e criticità della persona. Nel documento, che terminiamo dopo aver sentito le famiglie e tutti gli educatori e i professionisti che ruotano attorno alla persona, viene consigliato quale è a nostro avviso l’ausilio più adatto. A seconda dei vari ambiti che si vogliano trattare e potenziare. La relazione viene consegnata alla famiglia, sua titolare, che può decidere di portarla all’ufficio ausili dell’Azienda Sanitaria. Che, attraverso il proprio prescrittore, deciderà se accogliere o meno le indicazioni date dal nostro professionista. Come buona prassi, inoltre, inseriamo nella relazione osservativa anche due o più preventivi, in modo che vi sia la migliore trasparenza possibile.
In un prossimo articolo vi spiegheremo quali sono i passaggi successivi per poter avere un ausilio.