Realtà aumentata con il visore immersivo: prosegue l’osservazione
In questi giorni stiamo concludendo la prima fase di osservazione sull’utilizzo del visore per la realtà aumentata. Un ausilio che testiamo con una persona con interessi e specifiche attitudini legate alla tecnologia, che presenta un lieve ritardo cognitivo associato a disabilità fisica.
Vista l’impossibilità di muoversi liberamente, il visore è un dispositivo molto utile, che offre la possibilità di conoscere luoghi e situazioni diverse da quelle che la disabilità fisica fa vivere durante la quotidianità.
La terapista occupazionale Serena Romagnoli ha proposto scenari semplici con ambienti conosciuti, per creare subito confidenza con lo strumento. Favorendo un clima disteso e la possibilità di operare con una persona predisposta e incuriosita da questo nuovo ausilio. L’effetto sorpresa, infatti, è stato altamente motivante e ha contribuito a mantenere alti i livelli di attenzione.
L’utilizzo del visore facilita il controllo dei movimenti, fino e grosso-motori, soprattutto quelli del capo, agevolando una corretta postura. Un fattore indispensabile e ottimo esercizio per chi deve allenarsi continuamente a rinforzare la propria muscolatura, mantenendo una posizione eretta.
Ci sono ottimi spunti di lavoro
Dal lavoro svolto finora emergono ottimi spunti di lavoro. Al momento abbiamo esplorato l’utilizzo nelle aree motorie e cognitive, oltre che ricreativo/esperienziale. L’equipe dei Laboratori ha già individuato le prossime persone che proveranno il visore, spostando maggiormente l’attenzione sulle abilità di autonomie integranti, potenziando l’uso dell’ausilio grazie alla telecamere a 360 gradi. Strumenti che permetteranno di realizzare filmati immersivi personalizzabili.